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Friday, 18 September 2020

Intervista al candidato sindaco Sandro Parcaroli

In vista del voto del 20 e 21 settembre Sandro Parcaroli traccia un bilancio della sua campagna elettorale con un appello al voto a tutti i maceratesi

Parcaroli, la campagna elettorale giunge al termine. Come è andata secondo lei?

Bene! Ho stretto tante mani, parlato con tante persone, condiviso idee e progetti. Sento che c’è nell’aria il desiderio di un grande cambiamento. 

Lei come si sente?

Carico! Ho un’energia pazzesca. Ho una gran voglia di mettermi a lavorare per Macerata. Mi sento investito di una grande responsabilità, ma sono anche consapevole di ciò che mi attende, motivo che mi fa essere ancor più positivo nei riguardi dell’impegno che, se i maceratesi lo vorranno, mi assumerò all’indomani del voto. 

Cosa intende con “consapevole”?

Intendo dire che non solo sono a conoscenza di cosa comporti essere il Sindaco di una città come Macerata, ma sono consapevole di ciò che comporta questo ruolo, sentendolo intimamente mio. 

Tutti possono fare qualcosa, ma pochi possono dire di consistere della sua stessa sostanza. Dopo settimane di confronti con i cittadini ho sentito di appartenere alla gente che, stringendomi la mano, mi ha affidato, in un certo senso, il destino della città. Questo per me conta più di ogni altra cosa. E poi sento di voler dimostrare a chi non ha creduto in me, che si era sbagliato. Sarò il Sindaco di tutti. A prescindere dalle opinioni divergenti che è ovvio emergano dal dibattito politico.

Se dovesse essere eletto cosa farebbe nei suoi primi cento giorni da Sindaco?

I progetti che dovranno contestualmente partire saranno tanti. Ciò che posso dire è che, terminati gli adempimenti burocratici, vorrò da subito analizzare i bilanci del Comune, prendendo visione della reale situazione finanziaria, poi lavorare all’abbattimento di tutte le barriere architettoniche della città, intraprendere una serie di azioni per la sicurezza, a partire dal rafforzamento del corpo di Polizia Municipale e infine, ma non meno importante, incontrare alcuni imprenditori con i quali avevo già concertato di creare un progetto di rilancio del centro storico.

Per quanto riguarda la giunta, ha già i nomi degli assessori che comporranno la sua squadra?

Qualche idea ce l’ho, ma al momento parlarne è prematuro. Anche perché l’esito del voto sarà importante per definire anche gli equilibri all’interno della coalizione. Posso dire però che mi batterò affinché ogni assessore abbia anche le competenze relative alla delega che gli verrà affidata. La squadra è tutto, il senso stesso di un progetto. Per questo devo poterci contare al cento per cento.

L’hanno accusata di essere inadeguato alla carica di Sindaco, perché privo dei rudimenti necessari ad amministrare una città. Cosa si sente di rispondere ora che siamo agli sgoccioli della campagna?

Ma guardi, mi viene un po’ da sorridere. Queste accuse mi sono state mosse dalla sinistra, nei primi giorni di campagna, quando, in assenza di altri argomenti, si riferivano alla mia acerba capacità oratoria. Non che il collega candidato Ricotta faccia parte dell’Accademia della Crusca, da quanto mi risulta, ma certo è più normale che dopo dieci anni da assessore sia più bravo lui di me a parlare. 

La questione su cui però mi sento più abile io è il fare. Sarà deformazione professionale, che le devo dire, ma io, zitto zitto, da quarant’anni faccio i fatti, che sono, peraltro, sotto gli occhi di tutti. Gli inadeguati, in politica, sono quelli che non fanno, quelli che non mantengono la parola data, quelli che, in assenza di un vero lavoro, vedono nella politica la carriera che non hanno mai avuto, attaccandosi, come una cozza, allo scoglio dei contribuenti italiani. 

Non mi impegno mai se non sono sicuro di poter fare bene. Sono certo che sarò un ottimo sindaco. Macerata non ha bisogno di chiacchiere, ma di fatti concreti. 

Lei questa cosa l’ha sempre detta. Non crede di esagerare un po’?

Assolutamente no, purtroppo. Ho analizzato documenti, numeri, prospetti. Alla realtà decadente che è sotto gli occhi di tutti, si aggiunge un andamento chiaro. Residenti che diminuiscono ogni anno, servizi inadeguati o comunque insufficienti. E c’è un dato che dovrebbe farci riflettere su tutti: il valore degli immobili. Una città che si svuota di contenuto, perde di valore nel suo complesso. Faccio un esempio. Se compri un appartamento nel pieno di una zona in cui si concentrano uffici pubblici, ha un valore. Ma se quegli uffici chiudono o vengono trasferiti nelle zone industriali, quello stesso appartamento, ha un altro valore. Se il depauperamento dei servizi avviene a più dimensioni, la città subisce una diminuzione del suo valore intrinseco a più livelli. 

È evidente che occorre invertire la rotta e fare di Macerata una città in cui investire sia conveniente, vivere una scelta utile, lavorare sempre più possibile.

Quali sono i progetti del programma che tiene di più a realizzare?

Tutti verranno realizzati. Ma certo ce ne sono tre che mi sono molto a cuore: fare di Macerata la città dell’Alta Formazione, con laboratori, scuole e accademie che richiamino studenti da tutto il mondo, la riconversione dell’area di Valleverde in un’officina del futuro per quanti operano nel campo dell’Information Technology e della creatività, la rinascita, anche economica, del centro storico. 

In caso di ballottaggio prevede già accorpamenti?

Ovviamente mi auguro di vincere al primo turno, ma se dovessimo andare al ballottaggio la mia casa sarà aperta a tutti coloro che amano Macerata e vorranno, insieme a me, impegnarsi concretamente per lei. 

Perché i maceratesi dovrebbero votarla?

Perché il cambiamento è necessario. Perché lasciare la città in mano a Ricotta significherebbe dare continuità ad una visione politica che negli ultimi dieci anni ha significato perdita di opportunità e malgoverno. La vicenda delle piscine mai costruite, il mancato ampliamento del palazzetto dello sport che ha portato la Lube ad andarsene a Civitanova, i 2,5 milioni di euro spesi per un parcheggio che c’era già, invece che costruirne uno nuovo a Rampa Zara come promesso dalla stessa sinistra durante ben due campagne elettorali (quelle precedenti), la vicenda del Convitto e della scuola dimenticata. Io credo che la sinistra abbia già dimostrato chi è. 

Io sono l’unica vera opportunità che Macerata abbia di cambiare. L’unica vera novità di questa campagna elettorale.

E se non dovesse farcela?

Semplicemente tornerò a fare quello che facevo. L’imprenditore, il marito, il padre e il nonno. 

La politica non è il mio fine ultimo, ma il mezzo per realizzare qualcosa di buono per la mia città.

Per questo credo fortemente nel valore dell’alternanza. E per questo credo che, dopo dieci anni, per qualcuno addirittura venti, i colleghi candidati della sinistra dovrebbero tornare a lavorare. Si perde sempre un po’ il senso della realtà a vivere solo di politica e per il potere.

La sanità. Cosa ne sarà del nuovo ospedale?

Si farà. E sarà il nuovo ospedale che Macerata merita. La sanità è competenza della Regione, ma certamente un sindaco deve vigilare affinché l’opera sia costruita secondo parametri di eccellenza. Sarà un ospedale nuovo, con maggiori servizi e strutture di assoluta qualità per l’accoglienza dei malati. State pur certi che l’epoca della Macerata “cenerentola” è finita. Se sarò sindaco farò tutte le battaglie che servono per intercettare fondi da investire in città e accrescere il valore di tutto quanto in essa si esprime. Macerata deve tornare ad essere il capoluogo di una provincia che dal mare ai monti è tra le più belle e ricche d’Italia.

In una frase, cosa si sente di dire ai maceratesi in chiusura di questa intervista?

Non abbiate paura di cambiare! Accogliete dentro di voi il nuovo che la vita vi offre. A volte si preferisce evitare il rischio e ci si accontenta di un “male” familiare per paura dell’ignoto, ma la vita mi ha insegnato che la felicità è sempre al di là della paura. 

Abbiate il coraggio di scegliere il bello che c’è in un nuovo inizio!